Valeria ha 28 anni quando si reca a fare la sua prima visita senologica.

Inizia così giovane perché una zia aveva avuto un tumore al seno e lei sa bene che la familiarità è un fattore di rischio.
Tutto procede per il meglio, un paio di anni dopo nasce la sua prima figlia e dopo l’allattamento Valeria riprende i suoi controlli annuali.
Sei anni dopo nasce il secondo figlio di Valeria, un maschietto. Terminato il periodo di allattamento, verso maggio, lei fissa il suo controllo annuale per un giorno di ottobre, è il 2013.
Un sabato mattina di luglio dello stesso anno, mentre si trovava in vacanza al mare con i suoi figli, trova la maglietta con cui dormiva sporca di sangue all’altezza del seno. Questo la preoccupa, nonostante molte persone attorno a lei cercassero di rassicurarla, dicendole che poteva capitare, perché da poco aveva terminato di allattare e una lacerazione del capezzolo poteva essere normale.

Valeria però è una donna determinata e cocciuta e nonostante fosse in ferie, decide di rientrare in città per recarsi il lunedì mattina, molto presto, dal senologo con il quale sia lei che la madre facevano i controlli annuali.

Quella mattina riceve la conferma di quello che più temeva: un tumore al seno. In tempi rapidissimi viene eseguita la microbiopsia che suggerisce di intervenire con una mastectomia totale.

Fortunatamente gli esami di approfondimento sulla massa rimossa e sui linfonodi permettono di escludere la radioterapia. In un mese e mezzo, il periodo più difficile da affrontare, perché pieno di incertezze sulla propria sopravvivenza si conclude. In questo periodo Valeria non si considera malata e non vuole che lo facciano gli altri. Si concentra sul lavoro, dove pochissimi colleghi sapevano cosa stesse vivendo, questo perché non voleva la pietà degli altri.
Valeria oggi è una bellissima donna in carriera, con due splendidi figli, che cerca di ricavarsi 2/3 occasioni durante la settimana, la mattina molto presto, per correre 7/8 chilometri e …”ritrovare se stessa” e che, non solo, consiglia a tutte le sue amiche e colleghe di fare controlli periodici, ma spesso prenota direttamente lei queste visite, così “non hanno scuse” perché:

“Quando vedi in vetrina un bellissimo paio di scarpe, le lasci lì o entri a comprarle? “ … Ecco… pensa se quelle scarpe fossero la tua vita”

Ed è proprio questa intraprendenza che le ha salvato la vita, perché se avesse aspettato il controllo programmato ad ottobre, forse la storia che stai leggendo sarebbe stata molto diversa.